Saturday, January 31, 2009

Bernie Lomax Consiglia - DICIANNOVESIMA PUNTATA

Arrivano i Canadesi, Commissaire. Dura questa sfida, ebbene sì.
Pare che finalmente non siamo in emergenza. E che possiamo schierare un pulitissimo 4 - 4 - 2. E torna Bonera, che fa così il suo esordio al Fitzpatrick.

Speriamo bene, Commissaire. Le partite ci sono sfavorevolissime con questo Milan che va a Lazio.
Brutti ricordi, vero, Muslera? Cazzo.



1 CARRIZO
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5 STOVINI
6 BELLINI
13 SENDEROS
23 BONERA
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7 PIZARRO
15 VALDES
21 AMOROSO
22 KAKA' (C)
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11 IBRAHIMOVIC
20 IZCO


a disposizione:

25 MUSLERA
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13 SENDEROS
3 ARONICA
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8 LEDESMA P.
14 ROSSI M.
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9 CRESPO
19 SANCHEZ


Forza Rapid, Bernie è con te!

Friday, January 30, 2009

TIFOSI CELEBRI - Seconda Puntata

Il nostro secondo Tifoso Celebre non c'è più.
Ma resta un tifoso celebre.

Oggi dedichiamo la rubrica a MANILO SCOPIGNO, allenatore campione d'Italia col Cagliari nel 1970 e considerato il "filosofo del calcio". Lo Yogi Berra italiano.

Tratto da: www.storiedicalcio.altervista.org, www.wikipedia.it, www.gazzetta.it.


Con la sua aria da grande dis­sacratore, la sua passione per il whisky e il viscerale anticonformismo, Scopigno ha attraversato il calcio italiano co­me un visitatore alieno, combat­tendone con nonchalance i luo­ghi comuni più efferati. E riu­scendo a passare alla storia per aver abbattuto quello più resistente, cioè la supremazia dei grandi club metropolitani - Ju­ventus, Inter e Milan - nel più lontano avamposto della pro­vincia del pallone, la Sardegna.
Lo chiamavano "il filosofo" e nessuno ricordava più l'origine di quel nomignolo: perché gli ba­stava farsi scivolare addosso un'intervista per passare per un cerebrale dissacratore, un cultore amabile del paradosso. Ne aveva per tutti, sibilando sentenze col suo filo di voce, lasciandola fil­trare come il filo di fumo della sua immancabile sigaretta.
Ma al di là delle battute, c'era la so­stanza di un allenatore capace di precorrere i tempi.
Si vanta­va di aver fatto la rivoluzione abolendo i ritiri e responsabiliz­zando i giocatori.

A Cagliari, per vincere, spostò gli allenamenti al pomeriggio e assecondò il clima riducendo la fatica infrasetti­manale al minimo indispensabi­le.
E aveva dialogo coi giocatori, con quel filo di voce che poteva diventare tagliente cazziatone ma il più delle volte si compiace­va di fare strage degli errori con una semplice battuta. Ebbe Riva, e vinse.
Quando non lo ebbe più, per via della gamba immolata al­la Nazionale, smise di vincere, ma il suo Cagliari per anni fece paura alle grandi, perché era squadra nel vero senso del termi­ne, costruita attorno a concetti moderni, ancorché mai strom­bazzati per via di quel carattere alieno dalla facile pubblicità.
I giocatori universali, un suo pal­lino ante litteram, insomma, pri­ma che l'Olanda anni Settanta contagiasse tutti.
E le punte in movimento, i tourbillon avan­zati, il centravanti fallito Nené scoperto sensazionale creatore di gioco.

Filosofo, in qualche mo­do, era stato davvero, sia pure in sedicesimo. Manlio Scopigno era friulano, di Paularo in pro­vincia di Udine, ed era nato cal­ciatore, in un'epoca che non ga­rantiva certezze di sorta.
Così giocava e studiava, appunto filo­sofia. Aveva cominciato nel Rie­ti, dove viveva la famiglia, Serie C e poi B. Dopo tre stagioni era passato alla Salernitana tra i ca­detti e infine al Napoli, il gran salto in A, a ventitré anni. Fino a un brutto pomeriggio del cam­pionato 1951-52, Napoli-Como, un 7-1 che fece epoca.
In quella partita Scopigno segnò la penul­tima rete del Napoli, poi un mo­vimento falso gli costò un terri­bile incidente a un ginocchio. La diagnosi, per l'epoca, era quasi senza speranza: rottura dei lega­menti.
Due anni di viavai tra il campo di allenamento e la clinica, poi la decisione di lasciare il calcio.
Così la ricordava lui, con l'aria disincantata della maturità: «Io non ero quel che si dice una tem­pra di combattente. L'incidente mi capitò a 26 anni, nel pieno della carriera, e siccome la par­te vitale per un calciatore sono le gambe, il mio morale affondò nel vicino Golfo.
Ero distrutto, tant'è che non frequentai più neppure la facoltà. Ero iscritto a Filosofia, all'Università di Ro­ma, fin dai tempi in cui giocavo nel Rieti. Andai alla deriva. Niente calcio e niente studi per due lunghi anni. Con il calcio ben presto fui stufo di lottare. Tra l'altro, già da sani costituisce un sacrificio affrontare le rinunce quotidiane. Se uno è onesto, deve dimenticare di avere un suo cer­vello, condizionando tutto al vo­lere della società e dell'allena­tore. Figuriamoci se appena ap­pena uno non è fisicamente a po­sto.
Ed io, con quel maledetto incidente, ero irrimediabilmente finito. A quel punto mi posi que­sta alternativa: mi laureo o fac­cio l'allenatore? Alla laurea pensavo come all'ultima risor­sa, perché uno quando perde il ritmo dello studio è difficile pos­sa riacquisirlo. A meno che non rinunci a tutto il resto.
Dopo due anni di alti e bassi la mia gamba era guarita. Tornai a Rieti e mi accordai con i dirigenti della società locale per fare l'allena­tore-giocatore».


Pochi anni di ti­rocinio, poi, a Vicenza, la grande occasione. Come tecnico in se­conda prese lezioni da Lerici, uno specialista della provincia e quando nel gennaio 1962 lo stes­so Lerici volò via a cavalcioni di un siluro.
Scopigno si giocò alla grande la carta della salvezza. Assicurò ai biancorossi quattro stagioni di vita tranquilla, con la sua apparente pigrizia e la vi­sta lunga dalla panchina Molte partite del Vicenza le ha vinte lui con intuizioni geniali» ricor­dava Sergio Campana, giocatore alle sue dipendenze).
A Bologna ebbe meno fortuna, per il male­detto vizio di ignorare le conve­nienze sociali e la diplomazia e soprattutto certe amicizie politi­che della dirigenza. Una notte, un fattorino del presidente Gol­doni gli recapitò un biglietto di licenziamento.
Lui lesse e, senza muovere un sopracciglio, sus­surrò il suo commento: «Ci sono due errori di sintassi e un con­giuntivo sbagliato».
Qualche an­no dopo, al cronista che gli chie­deva se sarebbe tornato a Bolo­gna, rispondeva: «Sì, con un ae­reo da bombardamento». Di lì a poco, lo chia-mava il Cagliari, per il prologo della grande avventu­ra.
Già, il prologo, perché il ro­manzo ebbe una trama singolare.

Dunque, anno di grazia 1966, Scopigno arriva a Cagliari, dove ci sono il giovane Riva e una Se­rie A conquistata da appena due anni da difendere con le unghie e coi denti. Macché semplice sal­vezza, il nuovo arrivato studia l'ambiente, studia Riva, ne asse­conda la riottosità agli allena­menti mattutini (il grande Gigi dormiva come un ghiro prima dell'ora di pranzo) e costruisce una super squadra.
Sposta Riva centravanti puro, accentrando­ne i compiti, e porta la squadra a insidiare le grandi. Purtroppo, il grande Gigi immola una prima gamba alla patria, contro il Por­togallo, e il Cagliari chiude al se­sto posto. Ci sono malumori in seno alla so­cietà, qualche dirigente mandato cordialmente a quel paese se l'è legata al dito e aspetta solo il mo­mento.
Che arriva in giugno, il Cagliari negli Stati Uniti in tournée, qualche screzio per i premi partita e un ricevimento dal console italiano a Chicago. Scopigno beve un whisky di trop­po e quando chiede del bagno, gli indicano scherzosamente un cespuglio in giardino: detto e fatto, il tecnico viene immortalato men­tre fa pipì en plen air.
La cosa fa un discreto rumore e quando tor­na in patria, Manlio Scopigno ri­ceve il Seminatore d'oro come miglior allenatore di A e dal Ca­gliari la lettera di licenziamento.
Non resta proprio disoccupato, però. Il presidente dell'Inter, An­gelo Moratti lo prega di restare a disposizione per via di certe bizze di Herrera e gli passa un regolare stipendio per tutta la stagione.
In­fine, da Cagliari, dopo averne av­vertito forte la mancanza soprat­tutto quanto a punti in classifica, lo richiamano. Torna tra i suoi ra­gazzi in rossoblu e riannoda im­mediatamente il filo del successo. Conquista un clamoroso secon­do posto e poi lo scudetto nel 1970, con la squadra di Albertosi e Nené, Crearti e Riva. E Niccolai, lo stopper celebre per le auto­reti, su cui poche settimane dopo, nel corso dei Mondiali in Messi­co, se ne uscirà con una delle sue battute classiche: «Tutto mi sarei aspettato dalla vita, tranne vedere Niccolai in mondovisione!».
L'impresa è di quelle epiche. Met­te in fila gli squadroni grazie a una squadra mobile, compatta, sempre fresca nonostante il clima. E vince lo scudetto da... dietro una recinzione. Proprio così.
Il 24 di­cembre 1969 il giudice sportivo lo squalifica per cinque mesi per aver rivolto alcuni apprezzamenti particolarmente icastici a un guar­dalinee nella partita col Palermo di nove giorni prima. Un bel rega­lo di Natale. Scopigno parla di un banale malinteso, ma il Cagliari non ha santi in paradiso e la squalifica viene scontata per inte­ro. Persino la festa dello scudetto, il 12 aprile 2 -2 con la Juventus ("La Juve è a un punto? Beh se il regolamento non cambia lo scudetto lo vinciamo noi."), se la gusta in mezzo al pubblico e non dalla panchina. E anche in quell'occasione due battute celebri. In occasione dell'autorete di Niccolai pare dica: "Bel Gol". E alla fine, quando Cera gli chiedono quanto manca, lui fumando fa: "A cosa?". La sera stessa alla Domenica Sportiva alla domanda "chi è veramente Scopigno", risponde pacato "uno che in queto momento ha sonno".

Purtroppo, un nuovo infortunio di Riva gli toglierà un secondo scudetto e la possibilità di giocarsi fino in fondo la chance in Coppa dei Campioni. Quando se ne va da Cagliari, il meglio del­la carriera se ne è andato e lui non è tipo da inseguire gli ingaggi.
Lo chiama la Roma per la stagione 1973/74, ma l'avventura si conclude ben presto: quattro sconfitte, interrotte solo dalla vittoria contro il Verona, e appena quattro punti nelle prime sei giornate.
Anzalone lo esonera, lui come al solito nonfa una piega.
La breve avventura romanista è da ricordare fu il primo a fare fiducia al diciottenne Agostino di Bartolomei che fece esordire contro il Bologna
In­fine torna a Vicenza: non evita la retrocessione e nella seconda sta­gione una strana malattia lo co­stringe a letto per alcuni mesi. Quando ritorna, è bruciato. Nessuno lo chiama più.
Scriverà commenti intrisi di veleno e ma­linconia, fino al settembre del '93, quando il secondo infarto nel giro di poche settimane se lo porterà via, nell'ospedale di Rieti, la cit­tadina di famiglia.

Qualche esempio dello humor del tecnico del Cagliari Scopigno. A tarda sera il tecnico sorprese alcuni giocatori del Cagliari che alla vigilia di una partita di Coppa Italia giocavano a carte e fumavano. Scopigno entrò nella stanza e disse: "Do’ fastidio se fumo?". Dopo mezzora tutti a letto e l’indomani vittoria per 3-0. Al presidente Rocca che gli comunicava l’esonero a telefono: "Faccia presto, ho la minestra in tavola, non vorrei che si raffreddasse". A Martiradonna: "Con un cognome così non giocherai mai in Nazionale, se ti chiamassi Martin, saresti titolare fisso". "Vincere uno scudetto a Cagliari equivale vincerne 5 a Milano o Torino. Me lo ha detto Domenghini che a Milano c’è stato e ce lo ripeteva sempre per far capire che lui era uno importante". A Boninsegna che si era presentato in smoking all’allenamento del martedì mattina a Cagliari, reduce dal canervale di Venezia: "Almeno i coriandoli dalla testa potevi toglierli".


"Nel calcio il più pulito di tutti è il pallone. Quando non piove."

Wednesday, January 28, 2009

Bernie Lomax Consiglia - DICIOTTESIMA PUNTATA

Note liete: la difesa non è in emergenza. E nemmeno il centrocampo.
Note negative: unica punta Ibra.

Poteva andare peggio, Commissaire.

4 - 5 - 1 e avanti così. Siamo a Sparta, a casa del maiale Vernazza. Pieni di gol i due scontri dell'andata.

Facciamo che questo, tanti o pochi gol, porti nel Maine i tre punti.

Corsaro Rapid, corsaro.



1 CARRIZO
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3 ARONICA
5 STOVINI
6 BELLINI
13 SENDEROS
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7 PIZARRO
8 LEDESMA P.
10 JOVETIC
15 VALDES
22 KAKA' (C)
---------------------------
11 IBRAHIMOVIC


a disposizione:

25 MUSLERA
---------------------------
12 LANNA
17 SANTOS
---------------------------
14 ROSSI M.
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9 CRESPO
19 SANCHEZ
16 RUSSOTTO


Forza Rapid, Bernie è con te!

Tuesday, January 27, 2009

L'Analisi di Joe Bastardi - QUINTA GIORNATA SCUDETTO

Punti negativi:

- nel 2009 non abbiamo ancora vinto
- nel girone scudetto abbiamo fatto 4 punti in 5 partite, ovvero una vittoria, un pareggio e tre sconfitte
- abbiamo una sfiga notevole
- i nostri giocatori sembra si diano il turno per farsi squalificare così da trasformare in emergenza alternativamente l'attacco e la difesa
- Bonera è morto
- Carrizo non è costante
- Antunes non esiste. Come non esisteva Malagò.
- Crespo forse va in Spagna
- Ibra non ha ancora reso quanto ci si aspettava
- Jovetic dovrebbe iniziare a segnare, magari
- siamo a nove punti dalla prima


Punti positivi:

- Kakà è sempre più fenomeno
- Ibra torna
- a centrocampo giocano tutti
- Jovetic sta crescendo
- Senderos è tornato a giocare
- Izco se non squalificato gioca
- siamo solo a nove punti dalla testa quando mancano sedici giornate
- la Lazio si ripiglierà, no?
- Pizarro è fortissimo
- Amoroso anche
- abbiamo abbastanza soldi per prendere un difensore e una punta balorda tra due settimane



Quindi

FORZA RAPID!

Sunday, January 25, 2009

Dobbiamo credere in te












Sei diventato canuto come pochi...
e questo ci piace



Ricky ha fatto la sua parte. Come sempre.
Ora ci sei solo tu.

La soluzione è semplice, canuto Hernan. Se entri (e magari se segni) probabilmente vinciamo. Altrimenti lo zero a zero è scritto.

Vedi tu.

oggi ti godo da dio

Saturday, January 24, 2009

Bernie Lomax Consiglia - DICIASSETTESIMA PUNTATA


Ancora difficoltà.
Si va a Ponente. Anche se per noi Ponente quello non è.
Siamo la sua bestia nera, Commissaire.
Finita l'emergenza difesa, pare, vi è l'emergenza attacco.
Sempre così il Rapid.



1 CARRIZO
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5 STOVINI
6 BELLINI
13 SENDEROS
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7 PIZARRO
10 JOVETIC
15 VALDES
21 AMOROSO
22 KAKA' (C)
---------------------------
9 CRESPO
19 SANCHEZ


a disposizione:

24 CAMPAGNOLO
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12 LANNA
3 AORNICA
---------------------------
8 LEDESMA P.
14 ROSSI M.
4 CARMONA
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16 RUSSOTTO


Forza Rapid, Bernie è con te!

Thursday, January 22, 2009

Auguri Commissaire

E portaci lo Scudetto.

Compi gli anni in questo freddo 22 gennaio...

come

Il Capitano Kidd, pirata scozzese
Lord Byron, poeta e viaggiatore inglese
Rasputin, mistico e avvelenatore russo
Il primo Computer Apple
Lo Stadio Luigi Ferraris
Il ministro Pisanu
Gigi Simoni, allenatore e ex calcatiore
Le Guardie Svizzere a Roma
Daniel Johnston, pittore e musicista notoriamente sano di mente
Cesareo, chitarrista di Elio
La vendita delle Malvinas (poi Falkland) all'Inghilterra
Frank Leboeuf, ex difensore idolo da Dio
Rogerio Ceni, il portiere più prolifico di sempre
Il Boeing 747
Jonathan Binotto, idolo anni '90
Hide Nakata
Jonathan Woodgate
Lo Sbarco di Anzio
Aspirapolvere Veròn
Sissoko
La Nuova Zelanda


Santi:
Sant'Anastasio, martire in Persia
Sant'Antioco Sabaita, monaco
San Domenico di Sora, abate
San Filippo di Mosca, Metropolita di Mosca
San Gaudenzio, vescovo
Sant'Olcese, vescovo
San Valerio, vescovo e martire
San Vincenzo di Saragozza, diacono e martire
San Vincenzo Pallotti, sacerdote

E' poi la ricorrenza della morte di:
Heath Ledger, grande attore scomparso troppo presto
Mariano Rumor
L'ex presidente Lyndon Johnson
La Regina Vittoria
Il Cardinale Gilberto Borromeo



Auguri a tutto ciò.

Tuesday, January 20, 2009

Caro Ricardo...




Nessuna analisi della partita, nessun proclama. Solo questo messaggio. Da parte del Maine tutto, da parte dei tifosi del Rapid.
Sei il nostro Capitano, la nostra bandiera.
Ogni settembre stai certo che il Commissaire farà l'impossibile per portarti qui.


Hai dimostrato di essere un grande uomo. Al di là dei milioni e degli stipendi da re.
Sei il più grande di tutti. In campo e fuori. Lo stai dimostrando da quando sei arrivato nel Maine. Hai conquistato la fascia di Capitano: nessuno più di te la merita.

Sono stati giorni difficili. Culminati nel triste pareggio contro la Scuola Jedi, dovuto a errori di formazione e a un gruppo visibilmente preoccupato per i turbamenti che stavi vivendo.
Ora tutto è risolto.
Otto punti separano il Rapid dalla Capolista. Siamo certi, Ricardo, che ora ci porterai in alto. Come solo tu sai fare.

Ricardo, il Maine è con te. Nessuno ti può eguagliare, nessuno potrà mai farlo.
Ora, Capitano, abbiamo festeggiato tutta la notte e pensiamo a sabato. Vincere, vincere e vincere. Perché questa tua scelta, a giugno, abbia il proprio migliore coronamento.

Sei un grande.
Forza Rapid.

Saturday, January 17, 2009

Fatalità

Potrebbe essere l'ultima volta, Ricardo, che scalederai i cuori del Fitzpatrick. Non vorremmo mai vederti partire, vederti salire su quell'ultima nave della sera che lascia il Nuovo Mondo per la Terra d'Albione.
Vorremmo che tu fossi sempre lì, a combattere e a inventare, a far sognare i tifosi del Rapid.

Sappiamo che, a volte, non basta volere e non basta il grande affetto che hai sempre dimostrato verso questa maglia. Sappiamo che a certe offerte si fa fatica a dire di no.
Per questo, Ricardo, saremo sempre con te.
Faremo di tutto per farti restare. Con te si può vincere, con te si può scrivere una pagina indelebile della storia del Fantacalcio. Con te siamo grandi. Ci hai fatto diventare grandi e il Maine sarà sempre in debito con te.

Ti vogliamo qui. Sei arrivato come una fatalità. Forse te ne andrai allo stesso modo. Forse resterai allo stesso modo.
Noi pregheremo. Oggi, domani, dopodomani e ogni giorno fino alla chiusura del mercato.

Non andartene, Ricardo.
E, se proprio dovrai partire, regala questa sera la più grande prestazione della tua vita. Per fare sì che il tuo nome resti per sempre scritto con lettere di fuoco sui muri del Fitzpatrick.








Forza Ricardo!

Bernie Lomax Consiglia - SEDICESIMA PUNTATA

Clima teso in questi
giorni a causa del Caso Kakà, vero, Commissaire?

Pensiamo a giocare. Arrivano i Jedi. Amici e rivali.
La gara di Elicotteri con Tia Allinovi come giudice è già cominciata.

Stiamo sul 3 - 4 - 3, Commissaire. Non possiamo rischiare troppo in difesa. Centrocampo finalmente folto con sette titolare su 8. E' la boccata d'ossigeno che ci serviva.
Senderos convocato. Altra grande notizia.

Forza: nulla è impossibile. Ricardo è in campo quindi pensiamo a battere la Scuola Jedi e a stare agganciati al treno dei migliori. Il Rapid è grande e deve rimanere tale.



24 CAMPAGNOLO
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5 STOVINI
6 BELLINI
13 SENDEROS
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7 PIZARRO
8 LEDESMA, P.
10 JOVETIC
22 KAKA' (C)
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9 CRESPO
11 IBRAHIMOVIC
20 IZCO


a disposizione:

1 CARRIZO
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3 ARONICA
17 SANTOS
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21 AMOROSO
14 ROSSI M.
---------------------------
19 SANCHEZ
16 RUSSOTTO


Forza Rapid, Bernie è con te!

Monday, January 12, 2009

Baby You Did a Bad, Bad Thing...

Maledizione. Perso in Giamaica.
Un due a zero ingiusto per la prestazione.

Dove cazzo sono i difensori? Dove cazzo sono i medici che devono curarli?
Dottor Fuentes, ci aspettiamo risposte rapide da lei.

D'ora in poi Valdes, Valdanito e Pizarro titolari sempre. D'ora in poi telefonata al sabato alla sede della Gazzetta dello Sport. E anche all'AIA. Bello il rigore contro la Lazio.

Grazie a tutti.
Scantiamoci, per Dio. Giocatori, medici, arbitri e giornalisti. Cazzo.